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IL CAFTAN 

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La storia del Caftan Marocchino.

Dagli Almohadi ad Oggi. 

Il Caftan (قفطان)  è un tipo di indumento usato dalle grandi potenze imperiali. Nella Persia antica si trattava di un cappotto aperto sul davanti e solitamente nominato Kandys (کندیس).

E’ una giacca lunga chiamata Peliffe nella letteratura francese e che i turchi chiamavano Chylaat . In altre parti, in Polonia, era un vestito chiamato Kontusz.

Da ciò si può dedurre che era un termine usato per diversi capi di abbigliamento lunghi che venivano portati nei grandi Imperi.  I sovrani dell’Oriente utilizzavano questo indumento come ricompensa per i soldati più onorevoli, avevano infatti l'usanza di offrirlo a personaggi illustri e agli ambasciatori di potenze straniere. 

Prima di prendere la sua definizione attuale, ovvero di capo di abbigliamento femminile, era di uso esclusivamente maschile. Ogni Caftan ha le sue caratteristiche, in Marocco è una vestaglia lunga, un pezzo unico abbellito da diverse tecniche di decorazioni e ornamenti; risultato delle conoscenze degli artigiani marocchini detti i Maalams (المعلم).

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COME E' REALIZZATO ?

Interamente aperto sul davanti, il Caftan è  rifinito con seta intrecciata chiamata Sfifa e chiusa con una fila di bottoni chiamati Aakad che riprendono la forma delle ciliegie.

Anticamente e ancora oggi la realizzazione di questi bottoni rimane una specialità di Sefrou una piccola provincia a qualche chilometro da Fes dove si tiene ogni anno il festival delle ciliegie.

Per quanto riguarda la fabbricazione della seta intrecciata  è di specialità dei Maalams di Fes anche se al giorno d'oggi viene fabbricata in tutte le città. 

La Mdamma

Il Caftan è solitamente accompagnato da una cintura chiamata Mdamma fatta di oro massiccio finemente cesellato e intarsiato da un Fakrone al centro che simboleggia la fortuna e protegge dal malocchio. Nelle Mdamma si usa decorarle con diamanti

Viene donata alle spose da parte dei genitori, come simbolo dello status della famiglia.  

Mdamma moderna realizzata in oro decorata con brillanti verde royale che riprende i colori dellla bandiera nazionale.

La nascita del Caftan 

E’ apparso per la prima volta nel dodicesimo secolo durante il regno della dinastia degli Almohadi, in principio il Caftan era riservato solo ai reali ed era semplice e senza ornamenti.

I sovrani dell’epoca seguendo l’Islam si volevano completamente distaccare dai predecessori Almoravidi e si rifiutarono di utilizzare oro e seta nei loro indumenti dato che per via dei precetti religiosi sarebbe più oppotuno che gli uomini non indossassero questi materiali.  

Col tempo e la diffusione del suo utilizzo anche nelle classi sociali più basse, il Caftan fece il suo salto di qualità passando dall'essere un indumento prettamente maschile ad essere di uso quotidiano che adorna esclusivamente la bellezza delle donne. 

Dalla sobrietà al lusso.

Durante il periodo dei Merinidi, si moltiplicarono le botteghe per la tessitura dei Caftan e con il commercio sempre più fiorente dei tessuti pregiati aumentò anche la qualità degli stessi che iniziarono ad essere realizzati in broccato e velluto.

Ibn Khaldoun nella sua opera  Histoires des Berbères fece menzione di vestiti e cinture fatte di seta decorati da fili d’oro tessuto a Fes, facendo intendere un vero e proprio distacco dalla dottrina degli Almohadi, che portò al ritorno della preziosità del Caftan che si era persa nel periodo conservatore di quest'ultimi.

Solitamente veniva donato come segno di pace ai sultani dei paesi lontani in particolare degli Ottomani che gli diedero il nome di Fes Kaftanlar riferendosi alla città imperiale marocchina. 

La civiltà dei Merinidi che si stabilì a Fes conobbe uno sviluppo in tutti i suoi settori sia industriali piuttosto che culturali e intellettuali  diventando così talmente tanto influente che il Re Nasredines di Granada imitava il loro vestiario oltre che stile decorativo e modo di fare. 

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Caftan del sultan Abu Abdallah Muhammad XII, museo dell'armeria, Toledo.

La democratizzazione del Caftan 

Verso la fine del  XV secolo, con l'arrivo in massa degli Andalusi cacciati dalla Spagna in Marocco che si stabiliscono  nelle città di Fes, Chefchaouen, Tetouan, Rabat e Salè l'arte marocchina si fuse con la cultura Andalusa dando vita a un nuovo stile, e ne sono testimonianza i preziosi ricami dei Caftan di quell'epoca. 

La cultura Ispano moresca rimase molto conservata in  Marocco tant’è che è ancora ben presente questo stile di ricamo sotto il nome di Tarz Andalusi (تطريز أندلسي).

L’epoca dei Saadiani rivoluzionerà tuttavia l'uso dei vestiti, le donne si appropriano del Caftan segnando il debutto della sua femminilizzazione . Questa domanda femminile sarà così forte che sollecita l'innovazione per quanto riguarda l’uso di tessuti e materiali mai usati prima. 

Dalla parte maschile, il caftan sarà confezionato con un tessuto importato dall’Inghilterra chiamato Brown blues. Il blu scuro di questa varietà di quest'ultimo diventerà l'emblema della classe agiata.

Il sultano Ahmed Al Mansour sarà colui che instaurerà  la moda di usare una tunica trasparente sopra il Caftan tradizionale che viene soprannomina Mansouria riprendendolo dal suo nome. Essa insieme al Caftan compone la Takchita (تكشيطة) ; il primo pezzo chiamato Tahtiya e il pezzo di sopra chiamato Takchita, Dfina oppure Mansouria. 

Il caftan nell’arte europea

L’epoca Alawita è simbolizzata dall’apertura verso l'Europa, infatti i numerosi pittori e scrittori europei che soggiornavano in Marocco  rappresentavano attraverso le loro opere i costumi marocchini di quel periodo. I pittori a loro volta hanno sapientemente esaltato la rappresentazione del Caftan nelle loro creazioni dando onore al paese e alla cultura. 

Il Caftan sarà successivamente menzionato in vari testi marocchini: lo studio di un contratto matrimoniale risalente al XVIII secolo ci dice che il corredo di una sposa dell'Alto Atlante era altrettanto ricco, abbondante e raffinato come quello di una sposa di città. Alcuni indumenti come il Caftan, pensato e riservato alla città, erano in uso anche nell'Alto Atlante nelle zone berbere e nei piccoli paesini .

La conquista francese dell’Algeria causò il rifugiarsi di moltissimi Algerini a Tetouan dove veniva dato in dono un Caftan a tutti i nuovi abitanti, questo spinse la diffusione di questo noto capo d'abbigliamento anche in Algeria che lo rese proprio cambiandone stile e decorazioni.

Jeune Marocaine au Perroquet, Franz Charlet 1862-1928

Il Caftan moderno

È così che il Caftan ha attraversato epoche e generazioni con tagli, colori, tessuti diversi e rimase saldamente radicato nella cultura marocchina. Fu solo molto tardi, nel XIX secolo, che questa tunica unisex divenne esclusivamente femminile.

La donna marocchina, desiderosa di modernità che ha spinto gli stilisti a rivisitare il Caftan tradizionale. Gli stilisti hanno giocato un ruolo importante nella modernizzazione di esso al contrario di molte civiltà antiche che hanno abbandonato del tutto i loro abiti tradizionali, in Marocco il Caftan  rimane ancora ad oggi un matrimonio tra tradizione e modernità.

Nel contesto della globalizzazione, il Caftan marocchino ha varcato i confini del Regno e risplende a livello internazionale, oggi indossato non solo dalle donne del Maghreb e del Medio Oriente ma anche in Europa. In particolare la sua presenza troviamo nelle passerelle del Red Carpet, nei video musicali e nelle cover dei Magazine più famosi. 

La cantante Manal nel suo videoclip "Makhelaw ma galou" con il Caftan insieme alle Awniat gruppo folkloristico di sole donne tipico della città di Khoribga.

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Bibliografia

  1. Jean-Antoine Guer Mœurs et usages des Turcs, leur religion, leur gouvernement civil, militaire et politique, avec un abrégé de l’histoire ottomane Volume 2 | 1746

  2. Denis Diderot Enciclopedia : dizionario di scienza, delle arti e dei mestieri. Volume 34 ;Volumi da 710 a 734 | 1780

  3. Antoine-Paulin Pihan Glossario delle parole arabe e berbere nell'uso turco e francese | 1847

  4. Emmanuelle Peckre Kawtar et Youssef si vestono con i costumi tradizionali | Toulouse | 2013

  5. Daniel Rivet Histoire du Maroc | volume I | 2012

  6. Hassan Skalli | Fès, approcio storico  | Fes | 2014

  7. Mohamed Sijelmassi Civilisation marocaine : arts et cultures  |1996

  8. Ibn Khaldūn | Histoire des Berbères (Storia dei Berberi) del Barone de Slane, Tomes I, II, II et IV | Algeri |1852-1856.

Foto e immagini prese da pinterest con permesso dei creator.

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